Apocalisse
di Paolo
[...] la strada. Ed
egli si rivolse a lui, dicendo: «Per quale strada salirò io a Gerusalemme?». Il
fanciullo gli rispose: «Dimmi il tuo nome perché io possa indicarti la strada».
Il fanciullo sapeva chi era Paolo. Ma voleva intrattenersi con lui, con le sue
parole, per trovare un pretesto di parlare con lui.
Il fanciullo prosegui
dicendo: «lo so chi sei tu, Paolo. Tu sei colui che fu benedetto fin dal grembo
materno. Perciò sono venuto da te, affinché tu possa salire a Gerusalemme,
dagli apostoli, tuoi compagni. È per questo motivo che io ti ho chiamato. Io
sono lo Spirito che ti accompagna. La tua mente sia sveglia, Paolo, con [] tra
gli arconti e queste potestà e gli arcangeli e le potenze e tutta la stirpe dei
demoni e la casa di colui che svela i corpi al seme di un'anima».
Terminate queste
parole, egli proseguì dicendo: La tua mente sia sveglia, Paolo! Vedi che la
montagna sulla quale stai è la montagna di Gerico, di modo che tu possa
conoscere le cose nascoste in quelle che sono manifeste. «Ora tu andrai dai
dodici apostoli, poiché essi sono gli spiriti eletti ed essi ti saluteranno».
Egli alzò gli occhi e li vide: essi lo salutarono.
Allora lo Spirito
Santo, che parlava con lui, lo afferrò e lo portò in alto, su fino al terzo
cielo; e passò oltre fino al quarto cielo. Lo Spirito Santo gli parlò dicendo:
«Guarda! Sulla terra scorgi la tua somiglianza». Egli guardò giù, e vide quelli
che erano sulla terra. Lanciò uno sguardo verso Dio che è al disopra della
creazione. Poi guardò su in alto e vide i dodici apostoli alla sua destra e
alla sua: sinistra, nella creazione. E lo Spirito era davanti a loro.
Guardai nel quarto
cielo, secondo la loro classe, vidi gli angeli rassomiglianti a dèi: questi
angeli portavano un'anima fuori dalla terra dei morti. Essi la posero alla
porta del quarto cielo. E gli angeli la frustavano. L'anima parlò dicendo: «Che
peccato ho commesso nel mondo». L'esattore che siede nel quarto cielo, replicò:
«Non era giusto che tu commettessi tutte le iniquità che sono nel mondo dei morti».
L'anima rispose dicendo: «Produci dei testimoni! Indichino, essi, in quale
corpo ho commesso quelle iniquità; volete portarmi un libro e leggerle da
esso?».
Vennero
tre testimoni. Il primo parlò dicendo: «Non c’ero io, forse, nel corpo nella
seconda ora? ... io mi levai
contro di te fino a
quando tu fosti preso dall'ira, dalla rabbia e dall'invidia». E il secondo
parlò dicendo: «Non c'ero, forse, io nel mondo? Entrai alla quinta ora, ti vidi
e ti ho desiderata. Ed ecco che ora io ti accuso degli omicidi che hai commessi».
E il terzo parlò dicendo: «Non venni forse io da te alla dodicesima ora del
giorno, quando il sole stava tramontando? Ti ho concesso oscurità fino a quando
tu non hai compiuto i tuoi peccati». Allora l'anima, udite queste cose, abbassò
gli occhi molto triste; poi guardò verso il cielo, ma fu respinta in basso.
Allorché fu respinta in basso questa anima, andò in un corpo che era stato
preparato per lei. Ed ecco, le sue testimonianze erano finite.
Allora guardai in
alto e vidi lo Spirito, che mi disse: «Vieni, Paolo! Avanza verso di me».
Allora io andai. La porta si apri, ed io giunsi in alto al quinto cielo. Vidi
gli apostoli, i miei compagni, che camminavano con me, mentre lo Spirito ci
accompagnava. Nel quinto cielo, vidi un grande angelo che stringeva nella sua
mano un bastone di ferro. Con lui c'erano altri tre angeli. Io osservavo il
loro viso. In mano tenevano delle fruste e rivaleggiavano tra loro eccitando le
anime ad andare verso il giudizio. Ma io camminai con lo Spirito, e la porta mi
si apri.
Allora noi salimmo al
sesto cielo. Vidi gli apostoli, miei compagni, che camminavano con me, e lo
Spirito Santo che mi conduceva davanti ad essi. Guardai su in alto e vidi una
grande luce che splendeva in basso, giù nel sesto cielo.
Parlai all' esattore
che era nel sesto cielo, e gli dissi: «Aprimi!». E lo Spirito Santo era davanti
a me. Egli mi aprì. Allora salimmo al settimo cielo. Ed io vidi un vegliardo la
cui luce faceva risplendere i suoi abiti bianchi. Il suo trono, nel settimo
cielo, era sette volte più splendente del sole.
Il vegliardo parlò
dicendomi: «Dove vai, tu, Paolo? O benedetto, che fosti posto da parte fin dal
grembo di tua madre!». Ma io volsi lo sguardo verso lo Spirito, ed egli mi fece
un cenno del capo, dicendomi: «Parla con lui!». Allora io risposi al vegliardo:
«Sto andando al luogo dal quale sono venuto!». Il vegliardo mi replicò: «Donde
sei venuto?». Io gli risposi: «Discendo verso il mondo dei morti per fare
prigioniera la prigionia che è stata fatta prigioniera nella prigionia di
Babilonia». Il vegliardo mi replicò: «Tu come potrai sfuggirmi? Guarda! Osserva
gli arconti e le potestà!». Rispose lo Spirito e mi disse: «Dagli il segno che
hai, ed egli ti aprirà». Allora gli diedi il segno.
Egli volse lo sguardo
verso il basso, alla sua creazione e alle sue autorità! Si aprì allora il
settimo cielo e noi salimmo all'Ogdoade. Allora vidi i dodici apostoli: essi mi
salutarono. E noi salimmo su al nono cielo. Salutai tutti coloro che erano nel
nono cielo. E salimmo al decimo cielo. E salutai gli spiriti miei compagni.
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